Quello che mi capitò quando tutto avrei voluto mi capitasse, ma mai avrei potuto immaginare, accadde prima di Natale di quattro anni fa quando decisi di diventare un uomo importante.
La decisione non la presi io e quindi non ho nessun merito in questo se non quello di aver seguito un meraviglioso sesto senso che divenne inevitabilmente un senso unico a mi portò ad essere un uomo fortunato e ricco.
La mia ricchezza fu il tempo a mia disposizione da dedicare agli altri. Ai poveri, ai meno fortunati, agli emarginati a chi era nato a migliaia di chilometri di distanza dal mio paese e non sapeva nient’altro di me che il mio nome pronunciato con un accento e una storpiatura unica… L’amarico, lingua ufficiale di questo paese africano, è un idioma del quale non ne conoscevo l’esistenza e che confondevo con l’aramaico antico esclusivamente per l’assonanza.
Atterro all’aeroporto di Addis Abeba una notte di dicembre quattro giorni prima del Natale.
E’ il mio primo Natale lontano dalle persone vare e dai miei amori travagliati.
Sarà il Natale più bello della mia vita e il regalo che ricevetti è ancora nel mio cuore ed è la mia fortuna.
