Natale

All’alba di sabato sono arrivato ad Addis Ababa. Il primo abbraccio è stato quello di Don Angelo mitico e storico missionario veneto in giro per il mondo da 54 anni. Da due decenni è in Africa e dal 2008 è il papà di centinaia di ragazzi di strada della capitale.

Il mio cuore si è riempito di gioia e amore, uno ad uno sono venuti a salutarmi i bambini del centro dove ormai sono di casa. Avevo promesso loro di tornare a gennaio e così è stato.

Hanno fiducia in me e io in loro, sono certo che riusciranno a dare un senso alla loro vita fino a ieri calpestata e dimenticata da tutti.

Domenica sono corso con il mio traduttore e sopratutto amico Menberau a Addis Alem a trovare il mio piccolo. Abbiamo festeggiato con qualche giorno di ritardo il Natale etiope (7 gennaio) e l’allegria era alle stelle.

Yonas si è commosso quando gli ho consegnato il regalo di mia zia Laura: una meravigliosa coperta di lana rossa, verde e nera fatta a mano. Per noi Laura è la ‘mamma bis’ da quando è mancata la mia mami e per lui è la nonna italiana.

Shetaye (profumo), la sua mamma, mi ha riempito di ringraziamenti e con quella dignità che solo qui ho trovato, ha pianto più volte ricordando le difficoltà di Yonas a riadattarsi alla vita, a dormire in un letto e vivere sotto un tetto dopo 2 anni e 8 mesi di vita randagia in capitale.

Yonas mi ha fatto vedere i suoi libri e i suoi quaderni scritti con una precisione che mi ha stupito e colpito, un’altra conferma del suo essere speciale.

La sera dopo il mio rientro ad Addis Ababa non sono riuscito a dormire o meglio non ho voluto dormire fino a che questo amore mischiato ad arte di felicità è diventato un sogno ma non è stato bello quanto la realtà.

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